Il Pubblico Impiego s'è fatto una brutta fama. Ma è per colpa di alcuni. Altri invece svolgono una funzione preziosa per la società, compiendo un'attività impegnativa, pesante, perfino usurante, e venendo pure retribuiti in modo non adeguato. Non è un caso che, specie in tempi come questi, difficili da ogni punto di vista, molti sono allo stremo.
Allora ... cambiate mestiere, dimettetevi. Fate posto ad altri.
Non è mica obbligatorio occupare a vita un impiego pubblico. Anzi! E' perfino illegale. Anche se coloro i quali sono pagati per applicare e far rispettare la legge non ci hanno mai voluto far caso, non si può certo assegnare a vita una comproprietà nazionale (cos'altro è il Pubblico Impiego se non un bene di proprietà comune, una comproprietà del Popolo Sovrano?) senza aver prima avvertito tutti gli altri comproprietari, i cittadini italiani, della grave perdita che subiranno ed averne ricevuto un espresso consenso. Ora: qualcuno è mai stato interpellato al riguardo? Qualcuno ha mai chiesto se ritenevamo giusto che alcuni possedessero a vita (una perdita definitiva per noi cittadini coevi) qualcosa di così importante come la centralità, che, non è un caso, viene definita pubblica perché bene collettivo?
Immaginiamo di aver comprato delle biciclette con dei nostri amici. Ad un certo punto alcuni di loro ci son saliti sopra e non ne sono più scesi. Come la prenderemmo? Le bici le si è comprate tutti insieme ma poi, senza un patto che specificasse il contrario, ci troviamo nell'impossibilità di usarle perché alcuni "amici" se le son prese per loro.
Ebbene una settantacinquina di anni fa noi italiani conquistammo una bicicletta, molto bella, chiamata Repubblica, avendo strappato dalle mani della brutta gente che l'aveva prima la centralità decisionale e mansionale del Paese. Tutti quelli ch'erano dentro, tranne una superficiale scrematura, chiatti chiatti, zitti zitti, vi rimasero per tutta la loro vita attiva e, quando infine se ne andarono, altri presero il loro posto e fecero lo stesso. Nessuno ci disse:
"Ehi, cari Italiani, con il passaggio dalla monarchia alla Repubblica, la centralità decisionale e mansionale del Paese cessa d'essere uno Stato monarchico e diviene Res Publica, una comproprietà appartenente al Popolo non per nulla Sovrano. Ciò significa che nessuno più può detenere a vita un impiego (decisionale o mansionale) pubblico, perché tutti abbiamo diritto, avendo i requisiti necessari al ruolo, a fornire un nostro concreto contributo al Paese. Come del resto da tempo avviene in Parlamento, dove nessuno si sogna di rimanere oltre un tempo determinato".
I padri fondatori si limitarono a liquidare la cosa con una frase che più vaga non avrebbero potuto scrivere: "... E' compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese ...". Ma qualcuno ci ha mai chiesto: 'sta Res Publica, 'sto Pubblico Impiego (poteri e redditi), la affidiamo a qualcuno finché si regge in piedi e gli altri li lasciamo fuori, oppure ce la condividiamo e vi partecipiamo fraternamente, da soci paritari, come esige Democrazia?
Perché Democrazia si ha col periodico rinnovo degli addetti nel pubblico: quando scade il tempo concesso, avvengono nuove elezioni (per l'ambito decisionale) od altro genere di assunzioni (per quanto riguarda l'ambito mansionale).
Ora: non dimentichiamo che l'assunzione nel pubblico fu sistematicamente usata per raccogliere voti. Il criminale sistema del voto di scambio (tu mi voti, io ti dò il posto fisso) è stato per decenni metodo indiscusso d'assunzione. Ciò significa che lo Stato era ricolmo di criminali (eletti ed assunti) ed anche quei pochi ch'erano stati onesti nulla dissero al riguardo, rendendosi complici. Poteva uno Stato criminale pensare a rendersi democratico? Tanto che pure quelli venuti dopo, manco loro han mai posto l'aurea questio: perché ci teniamo ancora 'sto Stato tiranno?!
Ma ora basta: Internet dà ad ognuno un potere incredibile. La possibilità di osservare e pensare coi nostri propri sensi smettendola di rimanere intellettualmente succubi di quell'orrida congrega di professori padroni della cultura.
E così la conclusione è una: l'assegnazione a vita di un sacro bene comune com'è un Pubblico Impiego/Potere/Reddito non è valida, è contro la Legge dagli stessi assunti a vita richiamata ad ogni istante quando si tratta di metterci le mani addosso. Assunti a vita, burocrati, carrieristi: siete i più grandi abusivi che la Storia mai ricorderà. Avete la pretesa d'essere professionisti, esperti, esseri superlativi superiori a chi è rimasto fuori. Dove finisce 'sta professionalità quando si tratta di restituire al Popolo Sovrano quel che il Popolo Sovrano v'ha concesso?!
Ebbene: fuori tutti di lì.
Vi potete solo vergognare. Vi siete approfittati di persone non abituate ad osservare con i propri occhi, a ragionare con la propria mente. Ma ora siete stati scoperti. Venite dunque fuori con le mani in alto: in segno che avete ben compreso che nessuno si può appropriare di una comproprietà. Arrendetevi alle evidenze ed inchinatevi alla Repubblica.
Massimo rispetto comunque e sempre per la divisa e le Istituzioni: per questo chi se l'è prese a vita le restituisca.
Da una società fondata sull'illegalità e sperequazione dell'appropriazione a vita di un bene comune, che non può che replicare illegalità e sperequazione capillarmente ovunque, in ogni angolo della società, passiamo ora ad una società basata su fraternità e legalità. Una società in cui, al posto di uno spesso non voluto, ma obbligatorio, rispetto verso gli altri, si diffonda ovunque, tra tutti i suoi membri, una sincera spontanea reciproca ammirazione e stima.
Quel che manca alle società moderne è l'applicazione di quell'arte e scienza ch'è la Religione (da non confondersi con i culti superstiziosi). Gli esseri umani non possono unirsi a formare una società senza il ricorso ad Istituzioni che solidarizzino. La Repubblica, sacro bene su cui v'è comunione del diritto di proprietà, è pura sostanza religiosa.
La vita è confusa ed orribile quando è costruita da tiranni che si spacciano per ciò che non sono. Diviene chiara e meravigliosa se immaginata da persone meravigliose: i Democrati. Possano finalmente comparire ed illuminare la Terra.
Danilo D'Antonio
Monti dell'Evoluzione
Pacificamente, legalmente, civilmente,
facciamo evolvere il nostro Paese e la UE.
EVVIVA LA BANCA DEL PUBBLICO IMPIEGO!!!
La Repubblica: accessibile, dinamica, fluida,
osmotica, partecipata, vissuta. Fe-li-ce.
Comments
Top
New
Community
No posts